La storia di Adams Isufi
Un giovane barbiere con l’obiettivo non raggiunto del padre.
Mi chiamo Adams ho appena 19 anni e 10 mesi e se stai leggendo questa pagina vuol dire che stai per conoscere la mia storia.
A 14 anni, nel pieno della mia adolescenza, è cominciato il mio viaggio. Avevo appena scelto a quale scuola per barbieri iscrivermi e, considerate le difficoltà economiche della mia famiglia, dovetti accontentarmi di un istituto vicino. Era a Crema, in provincia di Cremona. Ogni giorno dovevo farmi trovare puntuale alla fermata del mezzo che mi avrebbe condotto fino al cancello di scuola e vedevo mio padre impegnarsi al massimo per non farmi mai mancare il biglietto.
Eppure da quella scuola non fui soddisfatto a pieno e dopo poco capii che per capire davvero cosa volesse dire essere un barbiere, serviva rimboccarsi le maniche e cominciare a farlo per davvero.
Così chiesi al mio barbiere di insegnarmi qualcosa del suo mestiere e di partire dalle basi. Io, intanto, continuavo a frequentare la scuola e a vedere mio padre dare il massimo per assicurarmi gli studi.
Dopo 2 anni continuavo a frequentare la bottega del mio barbiere con una certa regolarità, fino a che ebbi la fortuna di conoscere il mio idolo, il mio barbiere di riferimento, colui che mi aveva fatto innamorare di quell’arte: Hiroshi Vitanza.
Eravamo a Bologna, al Cosmoprof, per la prima edizione di United Barber Show. Hiro era intento in una chiacchierata con Pierluigi Favia e io non aspettai un secondo di più per avvicinarmi a loro.
Gli chiesi di scattare una foto insieme e approfittai di quel momento per raccontargli un po’ della mia esperienza, delle giornate impegnate tra scuola e lavoro, delle difficoltà che mio padre faceva per garantirmi gli studi e fare in modo che io, almeno io, raggiungessi i miei obiettivi.
Cosa che lui non riuscì a fare quando aveva la mia età.
Però ero felice. Avevo conosciuto Hiro. Poteva bastarmi.
Qualche tempo dopo però la luce nei miei occhi sembrava essersi spenta anche a lavoro. Mi sentivo schiavo del mio tempo e mi sembrava di star rinunciando al bello dell’età che avevo, età in cui avrei dovuto essere sereno e spensierato.
Continuai per un po’ a stringere i denti, a svegliarmi alle 5 del mattino e a rientrare a casa alle 22 dopo il lavoro.
A fine del 2017, poi, la svolta: ebbi la possibilità di cominciare a lavorare a Milano, in una barbieria. Ma lì la mia avventura durò poco più di 2 settimane.
Mio padre mi vedeva sempre più demoralizzato e una sera di marzo (non dimenticherò mai quella sera) mi chiese: non ti senti ancora pronto a creare qualcosa di tuo?
Mi si aprì un mondo.
Pensai subito all’incontro con Hiro e Pierluigi. Io vivevo a 800 km dalla sede della Sen Martin, eppure salii in macchina e li percossi tutti.
Arrivai da lui con gli occhi emozionati di un bambino e insieme alla sua squadra demmo vita al progetto da cui sarebbe nato il mio locale a Crema.
Una barbieria in “stile Hiro” era tutto quello che volevo.
Durante il nostro appuntamento Pierluigi chiamò Hiro davanti a me e insieme ricordammo la promessa che ci eravamo fatti al Cosmoprof: io, un giorno, avrei realizzato il sogno di diventare il titolare di una barbieria. Proprio come lui. Oggi il mio sogno è in piedi e tutto funziona alla grande.
Ad alcuni questo racconto può non essere sembrato interessante, eppure io ho imparato una cosa importante da tutto questo e oggi voglio condividerla con voi: se tieni a realizzare un sogno, lotta, suda, stringi i denti al massimo per ottenere tutto ciò a cui ambisci e non stare mai fermo.
La mia vittoria è stata dare valore in primis a me stesso. L’ho fatto per il mio sogno e per quello di mio padre che, 20 anni prima, non ci era riuscito.
Ci sono frasi di Hiro e Pierluigi che ho impresse nella mente e dalle quali ognuno di noi dovrebbe trarre un insegnamento:
- Studia! Alza il tuo livello e non abbassare quello degli altri.
- Fai del tuo locale un capolavoro.
Aggiungo un’ultimissima cosa e poi non vi trattengo più:
C’è quello povero e c’è quello ricco, ma ognuno di noi ha un valore. Il ricco ha l’oro (la fortuna), il povero ha la miseria (non ha nulla). Se pensi alla miseria e la guardi come fosse oro hai già compiuto il primo passo verso il tuo obiettivo.
Adams Isufi
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